Cristiano Malgioglio: “Mi osservavano come un travestito, avevano paura di me”
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Cristiano Malgioglio è da ormai tantissimi anni un personaggio, un cantante, un paroliere apprezzatissimo nel mondo della televisione e della musica. La vita per lui però non è sempre stata facile come ha raccontato sulle pagine di Sette, inserto de Il Corriere della Sera.
“Devo ringraziare lei Carmen Mirana se ho capito chi ero davvero. Avevo undici anni, vedo l’immagine di questa donna bellissima con un casco di frutti tropicali in testa: ananas, banane. Figurati se in Sicilia, a Ramacca, si trovavano i frutti tropicali. Così mi faccio un casco di pomodori, banane e fichi d’india. Vestaglia di mia madre, scarpe col tacco, casco di patate e ballo Tico Tico interi pomeriggi”.
“La mia camera era tappezzata di poster di Marlon Brando, James Dean e Raf Vallone. Mio padre perplesso chiedeva a mia madre: ‘Perché non appende Marylin Monroe?’ Lei gli rispondeva: ‘È piccolo, crescerà‘”. Fin da bambino avevo paura del buio. Dormivo con la luce accesa ovunque mi trovassi. Il giorno della morte di mia madre l’ho sognata che diceva: ‘Spegni la luce prima di dormire’. Da allora dormo con la luce spenta, oscuro persino la lucina della televisione”.
“Ho subito molti pregiudizi, ma non so se definirli episodi di omofobia. Di sicuro avevano paura di me. Molti scambiavano l’ambiguità per volgarità. Non ho mai fatto allusioni, per me non esiste maschile e femminile. Mi osservavano come un travestito”.
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