Settembre 20, 2024

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Paola Minaccioni: “La Roma la mia grande passione, la Pellegrini un’icona”

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Paola Minaccioni è legata a doppio filo con Roma e la Roma. Il papà, Roberto, è stato il massaggiatore dei giallorossi per quasi quarant’anni, trasferendo l’amore per questi colori alla figlia. L’attrice, durante la sua intervista a La Gazzetta dello Sport, ha raccontato la sua passione per la Roma, il calcio e lo sport in generale: “A me il calcio piace sempre, anche adesso che gli interessi economici superano quelli sportivi, cosa che peraltro non avviene solo nello sport. Ma rispetto a un tempo percepisco qualcosa di finto, di meno credibile. La Roma resta la mia grande passione, anche se la seguo con più distacco. Mi piace Lorenzo Pellegrini, capitano e romano, fattore che per me rimane importante. Questo non significa che i non romani non si impegnino per la squadra, anzi, ma difendere le origini ha un valore. Uno come Totti è stato fondamentale e vi confesso che da piccole io e mia sorella eravamo pazze del principe Giannini… Sono cose che fanno parte dell’immaginario collettivo della città“. 

Nazionale

Se seguo solo la Roma? Assolutamente no. Restando al calcio, questo fatto che non siamo ancora qualificati per il Mondiale mi sciocca, è come se a un napoletano stessero per togliere la pizza! Abbiamo vinto l’Europeo, possibile che non basti? Io ci resto male… La squadra di Mancini poi è stata meravigliosa, ci ha fatto stare bene tutti. Io stavo girando la serie di Ozpetek Le fate ignoranti e non vedevamo l’ora di vedere le partite, abbiamo festeggiato sul set, è stato fantastico. Forse i giocatori sono un po’ stressati, dovrebbero riposare di più, ma quello che conta ora è fare bene questi playoff e andare in Qatar come è giusto che sia“. 

Altri sport

Amo follemente le Olimpiadi. Subisco il fascino di questi ragazzi, per me rappresentano un modello bellissimo di vita. Riesco ad apprezzare profondamente il loro impegno e resto sempre colpita dalle loro storie. Prendete Marcell Jacobs, la sua crisi, il fatto che si sia dovuto affidare a un mental coach: trovo quella ricerca esistenziale davvero commovente, alla fine è l’esposizione pubblica di un percorso che dovremmo fare tutti“. 

Icona femminile

L’argomento certamente mi interessa, ma vorrei trovare una storia poco nota, magari di una donna che ha scelto di fare uno sport solitamente declinato al maschile. E mi concentrerei sull’aspetto psicologico, sulla testa del campione, che è sempre e comunque la chiave. Lo sport è comunque pieno di atlete immense, ma sarebbe difficile aggiungere qualcosa a quello che già sappiamo: penso a una Federica Pellegrini, lei è già la storia della sua storia, una campionessa con una carriera infinita, intelligente e ironica, ma anche capace di fare un passo indietro quando necessario. Storie come la sua o come quella di Simone Biles sono importanti, per ognuno di noi“.

Desideri sportivi

Il primo è ovviamente andare al Mondiale. Poi mi piacerebbe tornare a New York e fare per la prima volta la maratona, che tra l’altro significherebbe che la pandemia non è più così devastante, e a Wimbledon per vedere questa nuova magnifica generazione di tennisti italiani, a partire da Berrettini. Che dite, si realizzeranno?“.

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