Settembre 21, 2024

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Milano, blitz anti terrorismo: arrestata 19enne associata all’Isis

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Stazione Termini

La Polizia sgomina una cerchia terroristica a Milano. Questa mattina, durante un blitz realizzato al termine di una lunga indagine coordinata con la Procura, una ragazza di 19 anni è stata arrestata e messa in custodia cautelare per associazione con finalità di terrorismo. L’italiana, originaria del Kosovo, è radicalizzata nell’Isis da quando ha 16 anni e tramava via social esaltando lo Stato Islamico.

La ragazza si è sposata a gennaio in Germania con un ragazzo di 21 anni miliziano di origini kosovare. La celebrazione è stato di rito islamico e lui pare sia legato all’attentatore di Vienna, Kujtim Fejzulai. Da poco si è trasferita in Italia presso il fratello dal Kosovo, rimanendo sempre in contatto con il marito e i jihadisti.

Immagini nel telefono

Da quanto si evince dalle indagini, la donna “deteneva e condivideva all’interno del proprio telefono cellulare posto sotto sequestro migliaia di file immagine e video. Alcuni di questi sono stati creati dalla agenzia di comunicazioni dello Stato islamico ‘AI Hayat Media Center’. I temi principali raffigurati erano oggetti simbolo dell’organizzazione: la bandiera nera con la scritta della testimonianza di fede, scene di combattimenti in teatri militari di guerra, esecuzioni sommarie di infedeli mediante decapitazioni e incendi, scene di attacchi terroristici da parte di mujaheddin appartenenti allo Stato islamico nelle città europee dei quali vengono esaltate le gesta“.

Proselitismo social

Lei avrebbe svolto “una funzione di proselitismo alla causa dell’Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare, anche minorenni. In una chat Telegram del 24 febbraio 2021 prometteva ad una interlocutrice sedicenne che si faceva chiamare ‘fatina’ e con cui reciprocamente si appellava come ‘Leonessa’. La promessa sarebbe stata quella di trovarle come sposo un ‘Leone’(un appartenente ai Leoni dei Balcani) con il quale morire da martire“.

Fabbricazione di bombe

Sempre dall’ordinanza emessa si legge che nel cellulare sono state trovate varie documentazioni per sostenere la jihad, “alcune delle quali contenenti istruzioni per il confezionamento di ordigni artigianali”.

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