Ucraina, Zelensky: "I russi hanno lasciato mine ovunque". Arriva l'allarme dell'Unicef...

La guerra in Ucraina entra nel suo quarantottesimo giorno. Il presidente Zelensky ha affermato che “i militari russi hanno lasciato mine ovunque”. Il sindaco di Mariupol, nel frattempo, denuncia: “In città sono morti circa 10 mila civili, e la conta potrebbe arrivare a 20 mila”. Secondo l’Unicef, inoltre, sono circa 4,8 milioni i bambini ucraini sfollati dall’inizio della guerra, circa i due terzi. E dei 3,2 milioni di bambini che si stima siano rimasti nelle loro case, quasi la metà potrebbe essere a rischio di non avere abbastanza cibo. Gli attacchi alle infrastrutture del sistema idrico e la mancanza di energia elettrica, infatti, hanno lasciato circa 1,4 milioni di persone senza accesso all’acqua in Ucraina. È andato in scena, poi, un faccia a faccia tra il cancelliere austriaco Nehammer e Putin: “Con il leader russo colloquio molto duro e franco”.

“Le truppe russe hanno lasciato mine ovunque. Nelle case, nelle strade, nelle auto, nelle porte. Hanno fatto di tutto per rendere il più pericoloso possibile il ritorno in queste aree. Hanno fatto di tutto per uccidere o mutilare il maggior numero possibile della nostra gente quanto sono stati costretti a ritirarsi dalla nostra terra”. Lo ha detto Zelensky in un video messaggio, parlando di “centinaia di migliaia di oggetti pericolosi, mine e proiettili inesplosi” trovati nelle regioni del nord del Paese. Preoccupazione per un possibile attacco con armi chimiche nella nuova fase della guerra, infine, è stata espressa dal numero uno ucraino.

L’ultima denuncia, riporta TGCom24, arriva dal battaglione nazionalista Azov su Telegram: “Gli occupanti russi hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta contro militari e civili ucraini a Mariupol. La sostanza è stata diffusa da un drone e le sue vittime riportano disturbi respiratori”. Già nella giornata di ieri l’intelligence britannica aveva accertato di un “possibile uso di armi al fosforo a Mariupol da parte dell’esercito russo”.

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