Settembre 8, 2024

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Stefano Cucchi, condanna definitiva per due carabinieri. La sorella: “Fu ucciso di botte”

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Quello di Stefano Cucchi fu omicidio preterintenzionale. Si scrive la prima pagina definitiva di un caso giudiziario che, nel corso di 13 anni, ha portato diversi imputati sul banco degli accusati. Gli ultimi, ora condannati definitivamente, sono due carabinieri. A poco meno di un anno dalla sentenza del processo d’appello che si era conclusa con pene più severe rispetto a quelle del primo grado, riporta Il Fatto Quotidiano, la Cassazione ha emesso il suo verdetto per la morte del geometra Romano, arrestato per droga e morto una settimana dopo all’ospedale Pertini di Roma.

Ridotta la condanna per omicidio preterintenzionale nei confronti di Alessio Di Berardo e Raffaele D’Alessandro: la pena è passata da 13 a 12 anni di carcere. Per Roberto Mandolini, condannato a 4 anni di reclusione, e Francesco Tedesco, condannato a 2 anni e mezzo di carcere, ci sarà un nuovo grado di giudizio. Tuttavia, in questi due casi c’è il rischio della prescrizione sull’appello bis.

La sorella di Stefano, Ilaria, ha commentato la sentenza: “A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di loro che ce l’hanno portato via”. “Finalmente è arrivata giustizia dopo tanti anni, almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causando la morte”, ha detto invece Rita Calore, la madre di Cucchi.

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