Ucraina, Zelensky al Parlamento "Immaginate Mariupol come Genova"

Collegamento in videoconferenza questa mattina del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il Parlamento italiano: deputati e senatori riuniti alla Camera, che hanno accolto il Presidente con un applauso e le parole dei Presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati che hanno sottolineato vicinanza e ammirazione per il presidente e il popolo ucraino.

Parole forti nei circa 15 minuti di collegamento in cui fa un paragone sentito: “Il nostro popolo è diventato l’esercito. Immaginate Mauriupol come una Genova completamente bruciata, dove gli spari non smettono neanche per un minuto, immaginate da Genova la fuga di persone che scappano in pullman per stare al sicuro. A Mariupol non c’è più niente, solo rovine. Il prezzo della procrastinazione della guerra è questo: 117 bambini uccisi”. Queste le prime parole che ricordano i 117 bambini uccisi e il richiamo ai bambini vittime della guerra torna nel corso del discorso.

Così ha continuano il Presidente Zelensky: “Caro popolo italiano, oggi ho parlato con sua Santità Papa Francesco e lui ha detto parole molto importanti. Conoscete il popolo ucraino: non abbiamo mai voluto la guerra. Ora Kiev ha bisogno di vivere nella pace, una pace continua, eterna, come deve averla Roma e qualunque città del nostro mondo. Ma a Kiev ogni giorno si sentono le sirene e cadono le bombe e i missili”. Un nuovo appello all’Italia, una nuova richiesta di aiuto: “Gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, noi abbiamo inviato medici e gli italiani ci hanno aiutati durante l’alluvione. Noi apprezziamo moltissimo ma l’invasione dura da 27 giorni, quasi un mese: abbiamo bisogno di altre sanzioni, altre pressioni. Vi ringrazio per l’aiuto agli ucraini, più di 70 mila sono stati costretti a fuggire, più di 25 mila bambini. In Italia è nato il primo bimbo ucraino da una madre scappata dalla guerra provocata da una sola persona, decine di bimbi sono nei vostri ospedali e vi siamo grati. Dal primo giorno avete condiviso il nostro dolore, aiutato gli ucraini con il vostro calore e con la vostra forza”.

Quindi il timore di una guerra che potrebbe estendersi: “L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare. A Kiev torturano, violentano, rapiscono bambini, distruggono e con i camion portano via i nostri beni. L’ultima volta in Europa è stato fatto dai nazisti. L’esercito russo è riuscito a minare anche il mare vicino ai nostri porti: questo è un pericolo anche per i Paesi vicini”.