Settembre 21, 2024

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Covid, nuova variante misteriosa trovata nelle fogne di New York: i dettagli

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Un caso inaspettato. Una nuova variante del Coronavirus, mai rilevata sull’uomo, è stata registrata nelle fogne di New York. Scoperta realizzata dagli scienziati americani, il ceppo di Covid circola nelle acque di scolo della città e nella rete fognaria da più di un anno. La cosa strana però, è che non si è mai diffuso tra la popolazione. Non ci sono tracce in superficie. Tra i cittadini, infatti, continua a dilagare Omicron, accompagnata da Omicron 2 mentre, in percentuale più bassa, continua a cirocolare la variante Delta.


A pubblicare i dati della scoperta statunitense è la rivista Nature Communications, giovedì 3 febbraio. Per adesso questa variante non sembra che possa essere pericolosa per la salute umana, ma su questo sono ancora in corso approfondimenti. La presenza della variante inedita è emersa da un’indagine a campione effettuata sulle acque di scarico di 14 impianti della metropoli. Le verifiche sono iniziate nel giugno del 2020, ma non è tutto perché sono arrivate segnalazioni anche dalla California, come sottolinenano i dati dell’Università di Berkeley.

Il caso:

Analizzando il caso, gli scienziati hanno fatto due ipotesi. La prima è che potrebbe trattarsi di una sequenza inedita di virus, finora sfuggita ai tamponi, ma che circola da tempo. Questa però si tratta di una teoria che regge poco perchè secondo i virologi, le particelle sono visibili solo negli stessi scarichi, mentre se fosse un’infezione, le tracce sarebbero state ravvisate anche altrove. La seconda teoria ipotizza invece che la mutazione provenga dal mondo animale, probabilmente dai topi, oppure dagli scoiattoli. Il dottor Marc Johnson, uno dei virologi autori dell’articolo sulla rivista Nature Communications, ha dichiarato al New York Times che gli esperimenti hanno dimostrato come la “variante misteriosa possa contagiare le cellule delle diverse specie di roditori”. 

Infine, Monica Trujillo, microbiologa del Queensborough Community College e autrice dell’articolo, sottolinea che “quello che possiamo dire è che non abbiamo trovato i lignaggi criptici nei database umani e abbiamo guardato dappertutto“.

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