Parmigiano Reggiano, lo spot finisce nella bufera social: ecco perché

Nella bufera social il nuovo spot del Parmigiano Reggiano, una mini puntata estratta dal mediometraggio “Gli Amigos”, firmata dal regista Paolo Genovese e prodotto da Akita Film. Si vede un gruppo di amici, giovani, multiculturali, aspiranti chef che, dopo una notte in tenda, si mette in viaggio per raggiungere la fabbrica del Parmigiano. Stefano Fresi, l’attore, racconta i segreti nascosti dietro alla sua produzione. Ad esempio c’è Renato, che gira il latte, addensa, separa, dà forma, “da quando aveva 18 anni fa questo tutte le mattine, 365 giorni l’anno”.

“Ma davvero lavori 365 giorni l’anno?”, chiede una ragazza. Renatino annuisce. “Cioè, tu non hai mai visto il mare? Parigi? Hai mai sciato?”, la risposta è sempre la medesima. “E sei felice?”, chiede l’ultimo, titubante. “Sì”, dice Renatino, con soddisfazione. “Renatino, posso dirti una cosa? Sei un grande, sei il meglio”, conclude. L’orgoglio nazionale, tuttavia, s’è scontrato con decine di commenti polemici. Lo spot è stato sommerso dalle polemiche: la pubblicità, a detta di molti, non farebbe altro che esaltare lo sfruttamento dei lavoratori.

Al coro di indignazione s’è unito anche lo scrittore e assessore municipale a Roma, Christian Raimo, a cui hanno risposto i responsabili social della comunicazione di Parmigiano Reggiano: “Lo spot in questione ha un linguaggio cinematografico che ammette licenze per rafforzare messaggi e comunicazioni. In questo caso, l’intento è quello di sottolineare la grande passione e l’impegno di chi, ogni giorno, produce il Parmigiano. Uno dei valori fondanti della produzione di Parmigiano è la salvaguardia della comunità e il benessere di chi opera in questa filiera, quindi i diritti dei lavoratori sono assolutamente garantiti secondo le normative vigenti e senza eccezione alcuna”.

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