Gemma Galgani e la lettera alla Cipollari: “La tua una latente invidia…”
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Una lunghissima lettera quella scritta dalla regina del Trono Over Gemma Galgani. La dama del programma condotto da Maria De Filippi è in eterna lotta con Tina Cipollari, storica opinionista del programma, e le due in ogni puntata non se le mandano certo a dire. Ora la Galgani ha voluto rispondere sulle pagine del magazine di Uomini e Donne ad alcune affermazioni rilasciate dalla Cipollari a Nuovo TV.
“Cara Tina. Tutta l’intervista che hai rilasciato mi è sembrata una critica nei miei confronti. Senza dubbio, la cosa che mi ha fatto più male è stato il tuo definirmi una nullità. Penso che si tratti di una grande offesa perché se sono al mondo ed esisto vuol già dire che non sono una nullità. Il concetto grave che passa nell’usare questo termine è che un essere umano abbia valore solo in funzione di quello che ha o di quello che fa. Tu conosci una minima parte della mia vita di adesso, non leggi e non credi alle puntate della mia esistenza che, con infinito piacere, scrivo su questo magazine anche se quello che racconto è documentato dalle immagini. Ad ogni modo, non ritengo di doverti giustificare la mia attività lavorativa o le mie frequentazioni“.
Giorgio Manetti
“Per quanto riguarda la tua affermazione nella quale sottolinei che dovrei a Giorgio Manetti la mia trasformazione. Tina cara, sappi che non mi sono mai sentita il brutto anatroccolo. Al contrario, credo che sia lui a dovere al programma e soprattutto alla nostra frequentazione la sua popolarità. Senza contare che a lui piacevo esattamente per com’ero mentalmente e anche fisicamente”.
“Alcune amiche pensano che i tuoi atteggiamenti nei miei confronti derivino da una latente invidia, ma non credo che una donna con una quindicina d’anni in meno possa invidiarne una più matura dal punto di vista fisico. Credo però che tu sia stizzita per la mia vivacità per il mio essere spesso sorprendente e coraggiosa nella mia vita. Sotto sotto, credo che tu sia anche un po’ interessata alla mia vita io a te lo sono, un po’ come lo si è alla propria cocorita domestica”.
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