Felicissima Sera, il monologo di Pio e Amedeo: "Vi chiamano ne**o? Ridetegli in faccia"

Avevano promesso un monologo su tutte le parole proibite, e l’hanno fatto. Nell’ultima puntata di Felicissima Sera, Pio e Amedeo hanno tirato in ballo la n-word, oltre che tutti gli stereotipi su ebrei e omosessuali. “Non dobbiamo vergognarci di dire la parola ne**o perché conta la cattiveria nella parola, conta l’intenzione”. Amedeo si prende la responsabilità di dire quello che pensa sulle parole “proibite”, Pio cerca di stemperare: “Non ti andare a inserire in questo discorso, ci tolgono il programma”. Ma il compagno prosegue il monologo: “Ci vogliono far credere che la civiltà sia nelle parole, ma è tutto qua nella testa. Fino a quando non ci cureremo dell’ignoranza di quelli che dicono, con fare dispregiativo, che è quello il problema, ci resta un’unica soluzione, l’autoironia”.

Il duo comico tira in ballo anche gli stereotipi sugli omosessuali: “Nemmeno ri*****ne si può dire più, ma è sempre l’intenzione il problema. Così noi dobbiamo combattere l’ignorante. Se vi chiamano ri******e, voi ridetegli in faccia perché la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo, ma nel cervello. L’ignorante si ciba del vostro risentimento”. Un commento poi sul Gay Pride: “Ma non serve più il Gay Pride, ma mi avete mai visto a me con il cartello per strada a gridare ‘evviva la fi*a? Il Gay Pride non serve più. La cosa che i gay sono sensibili non la sopporto. Ma perché noi etero facciamo schifo?”.

L’ultimo capitolo del monologo è la reazione di Pio, che spiega all’amico come stanno davvero le cose in Italia: “Tu ti devi fare i ca**i tuoi. Hai detto delle parole e dei concetti che possono essere fraintesi. Perché l’hai fatto? Non ti devi mai esporre, e lo sai perché? Perché siamo in Italia. La gente ci vede in un determinato modo, non devi dire una cosa che possa essere fraintesa. Pensa a Gerry Scotti. Tu hai mai sentito dire qualcosa fuori posto a Gerry scotti? E allora ti devi fare i ca**i tuoi”. La conclusione è tutta per Amedeo, che dà ragione a Pio: “Hai ragione, siamo in Italia, lasciamo perdere“.

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